PROGETTI

Photosynthesis

2009

Il lavoro di animazione 3D prende spunto da un interesse verso l’evoluzione biologica del vivente e, dunque, teso ad indagare i primi organismi unicellulari che danno vita all’affascinate processo di fotosintesi che nutre la vita sulla terra. Una teoria scientifica riguardante i cloroplasti, organuli presenti nelle cellule dei vegetali, sostiene che tali organismi si sarebbero originati da un’ancestrale simbiosi tra batteri fotosintetici e altri organismi chiamati eterotrofi.  I piccoli cianobatteri sarebbero stati fagocitati e inglobati ma non digeriti fino a sviluppare una simbiosi obbligatoria. Nel mio lavoro, il  processo di fotosintesi assume un aspetto poetico e l’ho immaginato come una danza molecolare di clorofilla. Gli elementi, quasi fossero danzatori acrobatici, si muovono circolarmente creando una serie di figure in base ad una ritualità che  conduce all’immagine del seme e poi alla formazione del fiore, sino alla disgregazione, riproponendo il processo naturale di morte e rinascita.

Screen painting

Gli screen painting sono una tecnica da me inventata nel 2008 dove le immagini virtuali sullo schermo al plasma entrano in diretta relazione con la pittura che appare incisa come un tatuaggio sulla superficie vetrosa del televisore. Il risultato è costituito da quadri  in movimento che sviluppano un perenne cortocircuito visivo creando un inganno visivo costante. Il segno animato all’interno dello screen painting si deposita come stratificazione di pittura acrilica per poi perdere la sua matericità e convertirsi in inchiostro digitale; al tempo stesso, la fisicità della pittura si impadronisce di alcune parti dello schermo al plasma creando uno sviluppo imprevedibile. La fissità della pittura si interfaccia con il dinamismo e la mobilità della dimensione virtuale tanto che a schermo acceso, la proiezione non è immediatamente distinguibile dalla pittura, mentre a schermo spento la pittura continua ad esistere dialogando con lo sfondo nero del televisore. Migrazione, disgregazione e ricomposizione appaiono caratteristiche intrinseche degli screen painting dove sono le forme a contenere la memoria e a susseguirsi per dare vita ad un flusso spontaneo che spazia dalle nanostrutture al macrocosmo. In tal modo è assicurato uno straordinario viaggio nell’immaginario dove l’arte diventa visione sullo schermo. La sfida era quella di creare una sinergia tra il mondo digitale e quello pittorica tradizionale in modo da ottenere una simbiosi direi naturale. Il lavoro è concepito sin dall’inizio per essere realizzato con due linguaggi che si intrecciano sino a fondersi. L’obiettivo è dipingere uno schermo televisivo sottraendolo alla sua funzione primaria per renderlo messaggero, insieme alle immagini di animazione 3D, di un unico contenuto ibridato. Quando ho iniziato questo lavoro l’impatto è stato molto forte e ho avuto la sensazione di abbattere un tabù. I due mezzi non avevano più la necessità di contrapporsi ma si completavano a vicenda creando diverse stratificazioni linguistiche.