Nella composizione scultorea la rosa, simbolo per antonomasia della realtà in divenire, integra in una combinazione imprevedibile la sua dimensione vegetale con la struttura architettonica tipica dei cristalli. Le immagini di partenza sono quelle di un amminoacido e di un grano di sale comune acquisite grazie al microscopio elettronico. Anche il sale ha una simbologia complessa, tra cui quella legata alla saggezza, conoscenza e incorruttibilità. Mi interessa l’inseguirsi delle forme che spaziano dal macro al micro, la continua loro relazione tesa ad evidenziare le infinite potenzialità, nonché il loro risvolto misterioso che alimenta il nostro immaginario. Il lavoro testimonia come nel dialogo tra arte e scienza sia possibile andare a guardare ovunque e come per ambedue le discipline conoscere il mondo appartenga a una stessa volontà di esplorazione. L’opera, nel 2021, è entrata a far parte della Collezione Quirinale Contemporaneo curata da Renata Cristina Mazzantini ed è pubblicata sul catalogo edito da Treccani con un testo di Marco Bazzini.