Alla fine degli anni Ottanta mi sono dedicata agli aspetti immateriali della natura umana. M’interessava sondare la parte misteriosa di noi stessi, quella legata al mondo dell’invisibile e del fantastico. La natura dell’angelo mi ha offerto lo spunto per iniziare un percorso connesso al tema della luce e della sua sottrazione. Ho, così, prodotto una serie di fotografie in bianco e nero che rappresentano le ombre di sculture raffiguranti angeli con gran parte delle immagini scattate all’interno dei cimiteri. Il progetto del lavoro prevede tre livelli installativi: una gigantografia fotografica con l’ombra fissa e dilatata di un angelo, un cerchio fatto con polvere dorata sul pavimento che determina uno spazio immaginato e due lastre in pietra su cui compaiono figure di angeli solo nel momento in cui l’ombra dello spettatore si frappone ad esse.